Come riscontrato chiaramente negli ultimi decenni, l’obesità ha un’elevata prevalenza nel bambino ed è in costante aumento. Il bambino obeso presenta frequentemente fattori di rischio metabolici e non metabolici. Lo dimostra l’aumentato rischio di ipertensione, dislipidemia, intolleranza al glucosio, disturbi del comportamento alimentare, ecc. e la spettanza di vita inferiore a quella del bambino non obeso.
Inoltre, l’obesità che insorge in età evolutiva tende a persistere (40-80% di probabilità) anche in età adulta. Queste evidenze suggeriscono l’importanza e l’urgenza di riconoscere precocemente sovrappeso ed obesità nell’infanzia, di trattare l’eccesso ponderale e le sue complicanze, ed attuare interventi preventivi rivolti a tutta la popolazione, come ribadito dagli guida Standard Italiani per la Cura dell’Obesità dell’ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica – ONLUS).
Lo scopo primario del trattamento dell’obesità è il miglioramento della salute fisica attraverso stili di vita corretti. Tale miglioramento dovrebbe essere a lungo termine, duraturo e costante. A tale scopo è necessario il coinvolgimento attivo dell’intero nucleo familiare.
In tutti i bambini o adolescenti con eccesso ponderale, senza complicanze, è indicata una riduzione del sovrappeso che, grazie alla crescita staturale, non implica necessariamente un calo ponderale, possibilmente fino ad ottenere il rientro dell’indice di massa corporea (BMI) nell’intervallo di normalità. Nel caso siano presenti complicanze dell’obesità, la loro risoluzione o quantomeno il loro trattamento è obiettivo prioritario.
L’intervento di terapia nutrizionale prevede un percorso di educazione alimentare.
Questo comporta prima di tutto una valutazione delle abitudini alimentari della famiglia attraverso un’anamnesi alimentare accurata (composizione dei pasti, frequenza e modalità di assunzione dei cibi, preferenze alimentari, ecc), con particolare attenzione a condimenti, metodi di cottura ed entità delle porzioni. Può essere utile l’utilizzo di un diario alimentare compilato dal paziente e/o dai genitori (o da chi accudisce il bambino) per una valutazione più precisa.
Uno degli obiettivi è la suddivisione dell’apporto calorico giornaliero in circa 5 pasti nella giornata (abbondante prima colazione, 2 pasti principali + 1-2 spuntini).
L’impiego di diete in generale, soprattutto se sbilanciate (iperproteiche o ipoglicidiche o fortemente ipocaloriche) è vivamente sconsigliato. È certamente preferibile la limitazione o sostituzione di specifici alimenti ipercalorici con altri meno ricchi in calorie.
La quota proteica totale deve garantire la copertura del fabbisogno giornaliero in base al sesso, all’età e al peso ideale per la statura.
È opportuno che i carboidrati assunti coprano una quota non inferiore al
50% delle calorie totali, preferendo alimenti a basso indice glicemico (cereali e prodotti da forno di tipo integrale) e limitando alimenti ad alto indice glicemico (farine bianche, patate, dolci, zucchero, succhi di frutta, bibite).
È fondamentale l’introduzione di fibre, vitamine e sali minerali che derivano da legumi, frutta e verdura di stagione, di cui si consiglia l’assunzione di 5 porzioni al giorno.
Una componente certamente altrettanto fondamentale è l’adozione di uno stile di vita attivo. A tal fine è importante motivare i genitori stessi ad essere da esempio per i propri piccoli. Inoltre ogni giorno è bene programmare la riduzione del tempo dedicato ad attività sedentarie, in particolare il tempo di video-esposizione (TV, computer, videogames), promuovere il gioco attivo, possibilmente all’aria aperta e in gruppo. In aggiunta, durante la settimana si consiglia di promuovere la pratica di un’attività motoria regolare organizzata (sport) gradita al bambino, divertente e in cui l’obiettivo principale non sia necessariamente la competizione, bensì l’attività fisica.